Genitori sempre più senza freni su Facebook, Instagram e compagnia. Sono imprudenti o semplicemente moderni? Due specialiste a confronto
TIO.ch – Patrick Mancini, Lugano 28.01.2019
LUGANO – Sto per avere un figlio? E allora pubblico l’ecografia su Facebook. La merenda coi nonni? Va su Instagram. Baby star inconsapevoli applaudite a suon di like sui social. Si chiama sharenting (letteralmente condivisione della genitorialità) ed è un fenomeno che si allarga a macchia d’olio. «Questo trend è pericolosissimo – dice Xenia Schlegel, direttrice della fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera –. Una volta che si pubblica una foto sui social, può essere scaricata o fatta circolare. E non si sa a chi può arrivare»
Tanti interrogativi – Mamme e papà malati di protagonismo? Imprudenti? Ignoranti? Oppure semplicemente moderni? Katharina Lobinger, specialista di etica del mondo digitale e docente alla facoltà di scienze della comunicazione dell’Università della Svizzera italiana, ha una visione a 360 gradi del problema. «Non per forza è da connotare in maniera negativa».
Una società sempre più mediatizzata – Le vite nelle società occidentali contemporanee sono altamente mediatizzate. E Lobinger lo sa bene. «Non possiamo immaginare una vita senza comunicazione mediata. E non possiamo neanche escludere i nostri figli da questo. Di conseguenza, vediamo una continua mediatizzazione dell’infanzia e della vita familiare».
L’innocenza è relativa – Sarà. Ma Schlegel non è tranquilla. «Una fotografia che per noi è innocente, per alcuni può essere spunto di attrazione sessuale. Sempre più genitori postano anche le abitudini dei propri figli. Fornendo dettagli rilevanti agli utenti del web. E così un malintenzionato può, ad esempio, sapere dove abita il bambino, cosa mangia, chi sono i suoi amici. Non per forza si parla di pedofili a tutti gli effetti. Ci sono varie sfumature del problema».
Pixel ed emoticon per coprire i volti – Secondo Lobinger, tuttavia, ci sono anche genitori consapevoli dei rischi del web. «Un recente studio condotto dall’Università di Basilea dimostra che i genitori svizzeri di solito riflettono su come presentare i propri figli sui social media. Spesso usano tecniche speciali per esporre il bambino. Ad esempio, i bambini sono mostrati da dietro o di lato, oppure i loro volti sono pixelati o coperti da divertenti emoticon».
L’importanza dei filtri – «È piuttosto normale che un genitore sia fiero di suo figlio – precisa Schlegel –. Una volta c’erano gli album cartacei pieni di foto. Ora c’è internet. Si dovrebbe insistere sui possibili filtri da applicare ai profili social. In alcuni c’è la possibilità, ad esempio, di restringere il pubblico a cui si vogliono fare vedere le proprie foto e i propri video. Non tutti sanno come usare queste opzioni però. E in diversi le sottovalutano».
La capacità di prevenire – Lobinger dà qualche suggerimento. E chiede a mamme e papà di sapere prevenire. «Un genitore si deve chiedere se una determinata foto potrebbe causare imbarazzo o disagi. Anche nel caso di una pubblicazione accidentale. Molte volte non sono neanche gli stessi genitori a pubblicare le immagini. Ma amici e parenti. Anche con queste persone vanno chiarite e discusse le regole che si vogliono attuare in famiglia».